Un impianto fotovoltaico è progettato per durare anche più di 25 anni, ma ciò non significa che non abbia bisogno di manutenzione o aggiornamenti nel tempo. Le tecnologie si evolvono, i componenti si usurano e le normative cambiano. Dopo 10-15 anni di funzionamento, un impianto può iniziare a perdere efficienza, riducendo la produzione di energia e quindi il ritorno economico dell’investimento iniziale.
In questi casi, la soluzione ideale è il revamping fotovoltaico.
Cos’è il revamping fotovoltaico
Il revamping è un intervento tecnico di ammodernamento e ottimizzazione di un impianto fotovoltaico esistente. Si tratta di un insieme di operazioni volte a ripristinare o migliorare le prestazioni, adeguare l’impianto alle normative vigenti e prolungarne la vita utile.
A differenza del repowering, che punta ad aumentare la potenza nominale dell’impianto, il revamping ha l’obiettivo di riportare l’impianto a livelli ottimali di rendimento senza modificarne la potenza installata.
Quando è il momento di fare un revamping?
Non esiste una scadenza fissa, ma ci sono alcuni segnali chiari che indicano la necessità di un intervento:
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Produzione di energia significativamente più bassa rispetto agli anni precedenti;
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Inverter datati o soggetti a guasti frequenti;
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Moduli danneggiati, ingialliti o con evidenti segni di usura;
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Malfunzionamenti o errori nel sistema di monitoraggio;
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Impianto installato con criteri ormai superati o non più conformi alle normative GSE.
Anche un’analisi preventiva, eseguita da un tecnico qualificato, può aiutare a capire se l’impianto ha margini di miglioramento con un intervento mirato.
Come funziona il revamping
Il processo parte sempre da una valutazione tecnica dell’impianto esistente, per analizzarne lo stato e le prestazioni. A seconda dei risultati, si procede con la sostituzione o l’adeguamento di alcune componenti fondamentali, come:
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Inverter, spesso il primo elemento da sostituire per migliorare l’efficienza complessiva;
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Moduli fotovoltaici, se danneggiati o molto degradati;
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Cablaggi e connessioni elettriche, per migliorare la sicurezza e ridurre le perdite;
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Strutture di supporto, in caso di corrosione o deterioramento;
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Sistema di monitoraggio, per controllare in tempo reale le prestazioni dell’impianto.
Ogni intervento va pianificato rispettando le linee guida del GSE, soprattutto per gli impianti che beneficiano degli incentivi del Conto Energia.
Revamping e normativa GSE
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) distingue tra interventi significativi e interventi non significativi:
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Gli interventi non significativi (es. spostamento di inverter o aggiornamento del monitoraggio) non comportano variazioni sostanziali e, in molti casi, non richiedono comunicazione al GSE.
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Gli interventi significativi (come la sostituzione dei moduli, variazioni di potenza, installazione di sistemi di accumulo o spostamento dell’impianto) devono essere comunicati al GSE entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori e rispettare vincoli tecnici precisi, per non perdere gli incentivi.
È quindi fondamentale affidarsi a professionisti che conoscano in dettaglio la normativa e sappiano gestire correttamente la parte documentale.
Vantaggi del revamping fotovoltaico
Scegliere di intervenire su un impianto esistente tramite revamping offre numerosi vantaggi:
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Miglioramento dell’efficienza e della produzione energetica;
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Riduzione dei guasti e dei costi di manutenzione;
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Prolungamento della vita utile dell’impianto;
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Adeguamento alle normative tecniche e di sicurezza;
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Accesso a eventuali incentivi fiscali, come le detrazioni del 50% per interventi in ambito condominiale.
In molti casi, il revamping si ripaga in pochi anni grazie all’incremento della produzione e alla riduzione delle perdite.
Conclusioni
Il revamping fotovoltaico non è solo una scelta tecnica, ma un vero e proprio investimento sulla durata, l’efficienza e la sostenibilità del tuo impianto. Se noti un calo nelle prestazioni o se il tuo impianto ha più di 10 anni, è il momento giusto per valutarne lo stato e capire se un intervento può riportarlo a pieno regime.

